La famiglia Merlak è da sempre legata al lavoro in campagna. Il nonno di Martin produceva il vino per consumarlo a casa. Negli anni ’70 decide di condividerlo, aprendo la prima osmiza a Servola. Nel 2000 il padre di Martin decide di iniziare con l’extravergine d’oliva, rilanciando una produzione che fa parte della storia di questo territorio. Nel 2010 riapre anche l’osmiza di Dolina, assorbendo l’intera produzione di vino.
Martin Merlak aveva provato a scegliere un’altra professione, ma la sua terra è un richiamo irresistibile. Come a suo padre e a suo nonno, gli scorre nelle vene e nel 2012 si licenzia dal suo lavoro dedicando la vita al vino. In poco tempo cambia approccio e filosofia produttiva sia in vigna che in cantina. Punta sul naturale, sperimenta la fermentazione spontanea con la malvasia, che non abbandonerà più ed anzi applicherà su tutti i suoi vini.
L’obiettivo è di esprimere al massimo la particolarità di ogni annata, sottolineare le differenze e le unicità, non andarle a standardizzare con l’aiuto di prodotti di sintesi. Anche nel rispetto della salute, sua e dei suoi clienti.
La famiglia Merlak è da sempre legata al lavoro in campagna. Il nonno di Martin produceva il vino per consumarlo a casa. Negli anni ’70 decide di condividerlo, aprendo la prima osmiza a Servola. Nel 2000 il padre di Martin decide di iniziare con l’extravergine d’oliva, rilanciando una produzione che fa parte della storia di questo territorio. Nel 2010 riapre anche l’osmiza di Dolina, assorbendo l’intera produzione di vino.
Martin Merlak aveva provato a scegliere un’altra professione, ma la sua terra è un richiamo irresistibile. Come a suo padre e a suo nonno, gli scorre nelle vene e nel 2012 si licenzia dal suo lavoro dedicando la vita al vino. In poco tempo cambia approccio e filosofia produttiva sia in vigna che in cantina. Punta sul naturale, sperimenta la fermentazione spontanea con la malvasia, che non abbandonerà più ed anzi applicherà su tutti i suoi vini.
L’obiettivo è di esprimere al massimo la particolarità di ogni annata, sottolineare le differenze e le unicità, non andarle a standardizzare con l’aiuto di prodotti di sintesi. Anche nel rispetto della salute, sua e dei suoi clienti.